Il lavoro...nobilita?

Ultimamente in ufficio mi succede una cosa che raramente mi era accaduta in passato. Il capo chiede spesso di me e pare si fidi di me. Questo fatto mi fa piacere da un lato, ma da un altro mi carica ulteriormente di lavoro. Ma sicuramente prevale in me la soddisfazione di essere un punto di riferimento. Dopo uno di questi incontri, ieri pomeriggio, mi sono trovato nel mio ufficio in compagnia di un collega - non proprio il più simpatico ed affidabile - il quale mi rimproverava un'eccessiva "visibilità" nei confronti delle alte sfere. "Ma ti devo insegnare tutto?" mi diceva fiero delle sue convinzioni, "devi fare come me: devi restare il più possibile nell'ombra facendo il minimo indispensabile, e così nessuno ti chiamerà mai o avrà bisogno di te!". Io non sapendo come controbattere non gli ho detto nulla. Ma sono convinto di essere meglio di lui. Avrò più oneri, forse nessun onore, ma non importa. Non è una questione di "coscienza lavorativa", ma forse è uno stimolo per non appiattire del tutto la normale routine in ufficio. Chi avrà ragione...?
2 Commenti:
Si sceglie tutto. Il maglione alla mattina. La cravatta e la borsetta prima di uscire. Il caffè al bar lungo, corretto o macchiato. Si sceglie ogni giorno come essere. Migliori, peggiori, mediocri, menefreghisti o filosofi.
Il tuo collega pontifica sotto la mediocrità. Il tuo collega è un vero statale prima che un lavoratore. E' lo statale più diffuso al mondo.
Andrea, che bello! Tu non lo sei!
:)
martedì, ottobre 24, 2006 12:29:00 PM
Beh, ovviamente hai ragione tu! Se tutti fossero come il tuo collega saremmo già in bancarotta.....ma ci arriveremo presto visto come stanno andando le cose.
Prendi a calci il tuo collega anche per me che pago le tasse per pagare il suo stipendio!!!! olivia
giovedì, novembre 02, 2006 4:12:00 PM
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